C’è in questi versi una convergenza che si ripropone; possiamo chiamarla, in via convenzionale, filo conduttore e non è, come si sarebbe portati a credere, la denuncia feroce della guerra feroce, è qualcosa di più profondo, è un jè accuse costruito su di una contrapposizione costante tra la gioia effimera del male e la gioia eterna della salvezza, per la cui narrazione la poesia è strumento tecnico, ma, soprattutto, con la cui narrazione la poesia riprende il suo posto di fondamenta della storia dell’uomo.
Nella lirica dedicata al Padre, “Al mio papà”, scritta il 19 marzo, la poetessa si rivede “bimba” e lo sente “accanto come allora” “Forte” che le “sussurra vai avanti”; ecco, vai avanti Rosa, te lo ripetiamo anche noi perché la ragione non può soccombere, il sole non ha mai smesso di illuminare il giorno, le stelle di illuminare il cielo notturno. E ricordiamoci che; “Siamo tutti naviganti che per quanto solchino il mare, non possiedono il tratto che lasciano dietro di sé più di quanto non possiedono il tratto che devono ancora solcare” (Senofonte).
Jacopo Chiostri
Rosa Chiricosta
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SKU: 978-88-33875-29-3
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