Sei racconti, tutti dedicati a figure femminili. Tuttavia, in tali racconti, la
donna non costituisce quasi mai la figura dominante è, se mai, una “pri-
ma inter pares” che vive sì la propria avventura, ma non in modo esclusi-
vo. Ella è sempre considerata come una solista all’interno di una sinfoniaconcertante: originale, brava e interessante, ma sempre nella tessitura del
contesto.
In” Solo Nora” vi è una splendida figura femminile che si rapporta conun bambino, costituendo, per quello una fonte di crescita, mentre perso-
nalmente è impegnata a gestire una situazione abbastanza ingarbugliata.Nel secondo, “Ada delle meduse”, sulla scia del ricordo, si ricostruisce,
almeno in parte, il percorso di una donna dalla vita travagliata le cui par-
ticolari esequie sono la fine ed il principio di una storia che all’autore èpiaciuto narrare.
In “Fania” il narratore ricorda con rabbia, ma anche con una certa no-
stalgia la vicenda amorosa di due disadattati.In “Giorgina” l’anziano narratore, ispirato dalle sue letture e da un pae-
saggio incantevole, trova nella figura di una giovane bagnante ispirazioneper un idillio nel quale il sogno rivendica il suo diritto a esistere.
In “Lea, una storia triste” , sotto la spinta di suggestioni leopardiane, siaffronta il tema spinoso della donna brutta per questo privata delle at-
tenzioni dell’altro sesso e quasi, come se ciò fosse una colpa, perseguitatadalla mala sorte
Alla fine c’è “Sylvana, cronaca d‘una vacanza improvvisata”, il racconto
più lungo e il più vago, quello i cui protagonisti cercano la salvezza nella
bellezza. Hanno miti avventure nelle quali Sylvana, col suo incanto di
piena, originale, femminilità sta al centro di tutto, anche se in realtà non
lo è mai: come una causa evanescente benché finale.
Carmine Mossimai
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